Gip on the road: MT-Napoli-Rome...what's coming next??

Wednesday, May 31, 2006

To go or not to go?

Accepted to an internship at Ericsson. Two options...to go or not to go???
One one side, it will motivate to finish my studies. They will pay me and I'll have to move to Rome.
On the other side, I'll have to leave Napoli, and I'll not go to have my final thesis abroad.

Need time to think, but I've to confirm with Ericsson guys on Monday :-(

Quite short post...just to keep this blog up-to-date!

A presto

Tuesday, May 30, 2006

How to use beer crates



Original way of using beer crates in Poland. Posted by Picasa

Travelling to Iceland


I bought a ticket from Berlin to Reykavic: round trip. Berlin to Rome for the coming back. I still don't know how I'll get in Berlin...and this is what I love most of the holydays I'm planning.
Taking an airplane is too easy. Like going to a cinema. You get in, sit down, whatch a movie, get down in a different city.
Once I met a guy coming in Naples by bike. I'm not so shaped to do that, but this days I'll be thinking on a special way to get in Berlin! I'll do my best to find the longest path (according to my budget)!

How much nerd are you?

I am nerdier than 92% of all people. Are you nerdier? Click here to find out!

Monday, May 29, 2006

Why "on the road"?

I told you why "mad". I didn't tell you why "on the road".

This is a decision-making time! Three exams left, thesis work left. My student life is about to end.
I've to make decision...first of all: Italy or somewherelse?

Hope writing about that (and sb's comments) will help me.

Au revoir, monsieur Pat Garret

Il primo post, in inglese e dai toni un po' intellettuali.
Iniziamo proprio male!

Prometto che cercherò di fare di meglio, ma non adesso. Non ho molto tempo, per questo utilizzo una tecnica che ho visto molto in uso su tanti altri blog: uno stupendo "copia e incolla".

Soggetto del mio "copia e incolla" è un articolo di Baricco comparso qualche tempo fa sulla stampa dal titolo "Aou revoir, monsieur Pat Garret". E' un po' lungo, ma si legge tutto d'un fiato, come ogni cosa che Baricco scrive.

Si scrive Ondaatje e dio sa come si pronuncia. Comunque è il nome di uno scrittore: 53 anni, nato in Sri Lanka, vive in Canada, scrive in inglese. Scrive in modo strano, spappolando le storie in tante fotografie, alle volte foto di poche righe, di una riga, usa quattro cinque tipi di stile diverso, ogni tanto azzarda poesie o ballate, a volte sembra un documentario, mescola tutto: ed è un bel modo di raccontare storie. Lo staresti ad ascoltare per ore. Negli ultimi mesi, in Italia, sono usciti due suoi libri, uno da Garzanti, l'altro da Theoria.

Il primo (Buddy Bolden's Blues) è la storia di Buddy Bolden, uno degli eroi di quando il jazz era appena nato. Suonava la tromba. Ma suonare non è la parola giusta. La SUONAVA, con una potenza strabiliante, ci esplodeva dentro fiato a tonnellate, una cosa mai sentita prima. Una volta decisero di misurare. Risultò che quando suonava senza nemmeno forzare tanto lo si poteva sentire a 18 chilometri di distanza. Come finì l'avevo letto una volta in un'intervista a non so più che suo amico del tempo. Lapidario:"Soffiava in quella tromba come una furia. Alla fine si soffiò via anche il cervello. Morì in un manicomio". Poi ho letto Ondaatje e ho capito che la cosa era un po' più complessa. Ma il risultato lo stesso.
L'altro libro tradotto in Italia si intitola Le opere complete di Billy the Kid, ed è la storia, com'è ovvio, del celeberrimo pistolero. Visse ventun anni e uccise ventun uomini ("senza contare messicani e indiani"): quando si dice fare le cose con metodo. In quel giorno del suo ventiduesimo anno gli accadde di entrare in un locale sprofondato nel buio. Dato che era un animale eternamente in caccia, intuì, nel buio, la presenza di qualcuno. Allora disse le ultime parole della sua vita: "Quien es?". Chi era non lo seppe mai, ma in un certo senso lo sapeva da sempre. Pat Garret. Che non rispose, ma gli mandò un proiettile dritto nel cuore. The end.
Nelle 136 pagine che Ondaatje ha scritto su quella vita, ho trovato due storie che non sono riuscito a dimenticare: di quelle che insegnano qualcosa, ma non sai esattamente cosa. La prima è la storia della mano sinistra di Billy the Kid. Sparava con la sinistra, lui. Ma tutto il resto lo faceva con la destra. Letteralmente. Con la sinistra non prendeva neppure la tazza del caffè. E quando mangiava con le posate (non spesso, immagino) prendeva la forchetta con la destra, poi la posava, prendeva il coltello, sempre con la destra, lo posava, riprendeva la forchetta, con la destra, e così via. Aveva una mano sinistra bianca come la neve: perfetta. Non la usava mai, ma non per questo la teneva immobile: per tutta la vita, per tutte le ore in cui rimase sveglio, la allenava: ruotava le dita intorno a un immaginario grilletto, e non le fermava un istante. Disegnavano cerchi in aria come ruote di un treno senza fermate. Tutta una vita dedicata, meticolosamente, a preparare l'esattezza di un istante: quando avrebbe dovuto davvero sparare. Il West era un mondo elementare. Il destino era, il più delle volte, una pallottola. Più ci penso più quella mano di Billy the Kid mi sembra un'icona meravigliosa di quel che si dice "arrivare puntuali all'appuntamento col destino". E quel che ti viene da pensare è che sarebbe bello sapere, come sapeva lui, da che parte arriverà, il destino, e poter prepararsi per anni, sapendo perfettamente con che arma dovrai rispondergli. Potresti prendere con la mano destra la tazza del caffè, per anni, e al momento buono tirare fuori una mano pallida come un morto e veloce come un serpente:e lo fotteresti, oh come lo fotteresti.
L'altra storia, com'è giusto, riguarda l'uomo che uccise Billy the Kid. Pat Garret. Un genio, nel suo campo. "Uno che era capace di uccidere qualcuno in strada, rientrare e finire di dire una battuta." Ora: a 15 anni Pat Garret decise di imparare il francese. Non che fossero propriamente degli intellettuali, quelli lì. Ma lui ci riuscì, e lo imparò, e lo imparò da solo. Be': nessuno, nei quarant'anni che seguirono, lo sentì mai pronunciare una sola parola in francese. Né lo videro legger una sola riga di un libro in francese. Il West era un mondo elementare. Il destino, quando non era una pallottola, era una donna. Chissà che incontro si immaginava, Pat Garret. Chissà come se la immaginava la donna che sarebbe arrivata e a cui lui, togliendosi il cappello, avrebbe detto: "Enchanté". Chissà come doveva essere bella per sfarinarsi il cervello, in solitudine, a imparare una lingua completamente inutile tra vacche e cow-boys. Poi passarono quarant'anni, e lei non arrivò mai. Questa è la verità: non arrivò mai. Così tu, anche 'sta volta, ti metti a pensare e quel che pensi è che c'è solo una cosa peggiore di vivere una vita e al momento buono estrarre la pistola un istante dopo il destino: vivere una vita, e il destino non incontrarlo mai.


copiato e incollato da www.oceanomare.com

Sunday, May 28, 2006

Definition of "Mad"


First post. Five minutes passed since this blog has been created. Five minute ago, thinking about a title. Opened a book...Herman Hesse, Steppenwulf. First words "Only for mad people". Looking up in a dictionary for a definition of mad.
Outcome:
3. Temporarily or apparently deranged by violent sensations, emotions, or ideas.
Observation:
Being mad means being alive...

Loosly related...quoting a movie I don't remember the title:
"Everybody dies. A few really live!"

My frist post of my brand new blog