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Monday, May 29, 2006

Au revoir, monsieur Pat Garret

Il primo post, in inglese e dai toni un po' intellettuali.
Iniziamo proprio male!

Prometto che cercherò di fare di meglio, ma non adesso. Non ho molto tempo, per questo utilizzo una tecnica che ho visto molto in uso su tanti altri blog: uno stupendo "copia e incolla".

Soggetto del mio "copia e incolla" è un articolo di Baricco comparso qualche tempo fa sulla stampa dal titolo "Aou revoir, monsieur Pat Garret". E' un po' lungo, ma si legge tutto d'un fiato, come ogni cosa che Baricco scrive.

Si scrive Ondaatje e dio sa come si pronuncia. Comunque è il nome di uno scrittore: 53 anni, nato in Sri Lanka, vive in Canada, scrive in inglese. Scrive in modo strano, spappolando le storie in tante fotografie, alle volte foto di poche righe, di una riga, usa quattro cinque tipi di stile diverso, ogni tanto azzarda poesie o ballate, a volte sembra un documentario, mescola tutto: ed è un bel modo di raccontare storie. Lo staresti ad ascoltare per ore. Negli ultimi mesi, in Italia, sono usciti due suoi libri, uno da Garzanti, l'altro da Theoria.

Il primo (Buddy Bolden's Blues) è la storia di Buddy Bolden, uno degli eroi di quando il jazz era appena nato. Suonava la tromba. Ma suonare non è la parola giusta. La SUONAVA, con una potenza strabiliante, ci esplodeva dentro fiato a tonnellate, una cosa mai sentita prima. Una volta decisero di misurare. Risultò che quando suonava senza nemmeno forzare tanto lo si poteva sentire a 18 chilometri di distanza. Come finì l'avevo letto una volta in un'intervista a non so più che suo amico del tempo. Lapidario:"Soffiava in quella tromba come una furia. Alla fine si soffiò via anche il cervello. Morì in un manicomio". Poi ho letto Ondaatje e ho capito che la cosa era un po' più complessa. Ma il risultato lo stesso.
L'altro libro tradotto in Italia si intitola Le opere complete di Billy the Kid, ed è la storia, com'è ovvio, del celeberrimo pistolero. Visse ventun anni e uccise ventun uomini ("senza contare messicani e indiani"): quando si dice fare le cose con metodo. In quel giorno del suo ventiduesimo anno gli accadde di entrare in un locale sprofondato nel buio. Dato che era un animale eternamente in caccia, intuì, nel buio, la presenza di qualcuno. Allora disse le ultime parole della sua vita: "Quien es?". Chi era non lo seppe mai, ma in un certo senso lo sapeva da sempre. Pat Garret. Che non rispose, ma gli mandò un proiettile dritto nel cuore. The end.
Nelle 136 pagine che Ondaatje ha scritto su quella vita, ho trovato due storie che non sono riuscito a dimenticare: di quelle che insegnano qualcosa, ma non sai esattamente cosa. La prima è la storia della mano sinistra di Billy the Kid. Sparava con la sinistra, lui. Ma tutto il resto lo faceva con la destra. Letteralmente. Con la sinistra non prendeva neppure la tazza del caffè. E quando mangiava con le posate (non spesso, immagino) prendeva la forchetta con la destra, poi la posava, prendeva il coltello, sempre con la destra, lo posava, riprendeva la forchetta, con la destra, e così via. Aveva una mano sinistra bianca come la neve: perfetta. Non la usava mai, ma non per questo la teneva immobile: per tutta la vita, per tutte le ore in cui rimase sveglio, la allenava: ruotava le dita intorno a un immaginario grilletto, e non le fermava un istante. Disegnavano cerchi in aria come ruote di un treno senza fermate. Tutta una vita dedicata, meticolosamente, a preparare l'esattezza di un istante: quando avrebbe dovuto davvero sparare. Il West era un mondo elementare. Il destino era, il più delle volte, una pallottola. Più ci penso più quella mano di Billy the Kid mi sembra un'icona meravigliosa di quel che si dice "arrivare puntuali all'appuntamento col destino". E quel che ti viene da pensare è che sarebbe bello sapere, come sapeva lui, da che parte arriverà, il destino, e poter prepararsi per anni, sapendo perfettamente con che arma dovrai rispondergli. Potresti prendere con la mano destra la tazza del caffè, per anni, e al momento buono tirare fuori una mano pallida come un morto e veloce come un serpente:e lo fotteresti, oh come lo fotteresti.
L'altra storia, com'è giusto, riguarda l'uomo che uccise Billy the Kid. Pat Garret. Un genio, nel suo campo. "Uno che era capace di uccidere qualcuno in strada, rientrare e finire di dire una battuta." Ora: a 15 anni Pat Garret decise di imparare il francese. Non che fossero propriamente degli intellettuali, quelli lì. Ma lui ci riuscì, e lo imparò, e lo imparò da solo. Be': nessuno, nei quarant'anni che seguirono, lo sentì mai pronunciare una sola parola in francese. Né lo videro legger una sola riga di un libro in francese. Il West era un mondo elementare. Il destino, quando non era una pallottola, era una donna. Chissà che incontro si immaginava, Pat Garret. Chissà come se la immaginava la donna che sarebbe arrivata e a cui lui, togliendosi il cappello, avrebbe detto: "Enchanté". Chissà come doveva essere bella per sfarinarsi il cervello, in solitudine, a imparare una lingua completamente inutile tra vacche e cow-boys. Poi passarono quarant'anni, e lei non arrivò mai. Questa è la verità: non arrivò mai. Così tu, anche 'sta volta, ti metti a pensare e quel che pensi è che c'è solo una cosa peggiore di vivere una vita e al momento buono estrarre la pistola un istante dopo il destino: vivere una vita, e il destino non incontrarlo mai.


copiato e incollato da www.oceanomare.com

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