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Wednesday, August 09, 2006

Edward Hopper, Herman Hesse e una giornata di pioggia a Roma in Agosto

Roma, 9 Agosto:
Oggi piove. La citta è mezza vuota e non si sentono molti rumori venire dalla strada. Oggi sull'autobus non c'era gente. Sulla metro non c'era la folla di tutti i giorni. Ora sono al lavoro, ma non ci sono tante cose da fare. Tutti i miei amici sono già andati in vacanza e a me viene da pensare ad un quadro fantastico di Edward Hopper. Si chiama "Nighthawks". In italiano è stato tradotto come "Nottambuli", ma non è lo stesso. Hopper stesso dice di questo quadro: "unconsciously, probably, I was painting the loneliness of a large city".

Il quadro...eccolo:


...ritrarre la solitudine in una grande città. Non è facile, ma ci è riuscito davvero. Un quadro stupendo.

Dietro quel quadro, nella mia stanza a Napoli ho trascitto un passaggio di "Il Lupo della Steppa" di Herman Hesse. Un altro capolavoro. Se avete la voglia e il tempo di leggerlo, eccolo:

Chi ha assaggiato le altre giornate, quelle cattive, quelle con gli attacchi di gotta e col mal di testa appostato dietro i bulbi degli occhi, che trasforma, con diabolica stregoneria, ogni gioiosa attività dell'occhio e degli orecchi in una tortura, o quelle giornate di lenta morte spirituale, le maligne giornate di vuoto interiore e di disperazione nelle quali, in mezzo alla terra distrutta e svuotata dalle società per azioni, gli uomini e la così detta civiltà col suo orpello di latta mentito e volgare ti ghignano incontro a ogni passo come un ermetico concentrato e portato nel proprio io malato all'apice dell'insofferenza: chi ha assaporato quelle giornate infernali si dice ben sodisfatto delle giornate normali e così così, dei giorni come questo, e si siede riconoscente presso la stufa calda, nota riconoscente, alla lettura del giornale
che nemmeno oggi è scoppiata una guerra, che non è sorta un'altra dittatura, non si è scoperta alcuna grossa porcheria nella politica o nell'economia, e con gratidutine accorda la sua lira arrugginita per intonarvi un salmo di grazie moderato, possibilmente lieto, quasi allegro, con cui annoiare il suo Dio della contentezza, un Dio così così, silenzioso, soave, un po' intontito dal bromuro, sicché nell'aria grassa e tiepida di questa noia soddisfatta, della benvenuta assenza di dolore quei due, il Dio così così, triste e appisolato, e l'uomo così così, leggermente brizzolato e intento a cantare sommessamente il salmo, si assomigliano come due gemelli.


Seguono post più allegri, non vi preoccupate. Sono ancora molto lontano dal suicidio ;-)

2 Comments:

At 18:37, Anonymous Anonymous said...

Ma ciao! allora..aspetta che mi viene l'ispirazione..eccola!..bè, durante il mio soggiorno romano (pieno di impegni!) ho fatto un giretto sul tuo blog e ho scoperto un vero intellettuale!
...a parte gli scherzi, mi piace proprio quello che hai scritto e sono molto contenta di averti conosciuto meglio in questi giorni!
un abbraccio!

 
At 10:48, Blogger Sleeper in Metropolis said...

;-) Questo e il quadro preferito di mio padre! Che coincidenza. Lui ha comprato pochi giorni fa un libro di Edward Hopper. L' atmosfera di suoi quadri e unica... Direi, una tristezza dolce... Forse e per questo che mi piaciono i citta grandi.
Anche quando piove.
Suppongo pero che adesso sei in vacanza lontano di questi pensieri...

 

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